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Origini del T.A.I.L.S.

 Ratio

Il Tribunale per il Lavoro per l’Impresa e per lo Sport, nasce  2016 ad opera di un gruppo di cattedratici ed esperti professionisti milanesi e  da un esigenza, oggi molto sentita nel mondo dell’impresa, non solo Italiana, di avere accesso a una giustizia rapida e con un grado di competenza estremamente specifico, che possa essere strumento attuale di valida ed efficace risoluzione delle controversie.

Tremila anni fa, Salomone, come tutti i giudici a cui fa riferimento la tradizione biblica, riceveva la propria autorità e la propria capacità di giudizio dall’officio di un rituale Sacro attraverso cui  il profano veniva incluso in un tempio nel quale il Sacro era chiamato a Testimoniare e Giudicare sul petitum. La cultura dell’illuminismo e del positivismo hanno svincolato il “rituale” dal sistema delle divinità, proponendo una “ritualità” laica, che deve garantire l’applicazione della giustizia in un mondo secolarizzato. Ma mentre il divino era giusto e competente per sua propria natura ontologica, il giudice deve garantire la propria imparzialità e trovare nelle leggi, e nella “procedura”, la propria conoscenza per potere giudicare secondo diritto.

In un sistema economico sociale e aziendale, che ha l’attitudine a divenire sempre più complesso, le imprese percepiscono questo sistema rituale pubblico, necessariamente lento, come elefantiaco e comunque non adatto all’evoluzione dei tempi. Dopo l’esigenza della trasformazione della giustizia, da sacra a profana, è oggi sentita, nel  sistema del Lavoro, la necessità di un nuovo  passaggio dalla gestione pubblica della giustizia a una giustizia privata,  almeno per quanto riguarda il diritto civile e commerciale. Si parla di risoluzione alternativa delle dispute o  ADR. (Alternative Dispute Resolution).

Dal  punto di vista dell’evoluzione storica, oggi,  le imprese percepiscono, a ragione,  il pubblico come qualcosa di distante, gravemente inefficiente, incapace di fornire gli standard  minimi di cui gli operatori hanno la necessità. La giustizia, in genere, non ha le risorse necessarie per essere efficiente. Il livello, pur mediamente altissimo, della professionalità dei giudici, togati e non, si scontra con la difficoltà di fare funzionare le cancelleria in modo efficace ed efficiente a causa della scarsità delle risorse e con una scarsità numerica, di giudici e impiegati dei tribunali, che rallenta i tempi, facendo aumentare a dismisura i costi di accesso al giudizio. Le imprese hanno bisogno di una risoluzione rapida delle controversie, perché l’incertezza del diritto determina costi impliciti ed espliciti che tendono a crescere geometricamente, di fatto paralizzando il sistema e favorendo la proliferazione di operatori di dubbia o inesistente eticità, che abusano delle inefficienze a proprio vantaggio e a discapito degli altri operatori e del sistema stesso. Sempre più spesso è pertanto sentita l’esigenza di mettere negli statuti delle società e nei contratti tra gli operatori  clausole compromissorie che hanno proprio la funzione di evitare di sostenere tali ingiustificati costi.

Nelle competenze arbitrali, è inclusa la pronuncia sui  conflitti che riguardano i diritti soggettivi, ossia quelle situazioni giuridiche soggettive di vantaggio che l’ordinamento giuridico, ossia il diritto oggettivo,  riconosce e garantisce al soggetto per soddisfare un suo interesse sostanziale, accordandogli una serie di facoltà e poteri per consentire in via immediata e diretta la realizzazione dell’interesse medesimo e per reagire nel caso della sua lesione ad opera di terzi.

Grazie alla riforma del 1983, il lodo, ossia il dispositivo pronunciato dal tribunale arbitrale, diventa vincolante tra le parti dal momento della sua ultima sottoscrizione, e il deposito è diventato  facoltativo: il deposito resta condizione per il decreto pretorile di esecutività, ma il lodo vale da subito producendo gli stessi effetti della sottoscrizione di un negozio giuridico. La riforma del 1994, oltre alla immediata vincolatività, ha previsto che  l’impugnazione per nullità sia svincolata dal deposito del lodo. Appena emesso, il lodo può essere impugnato in caso di pretesa  nullità. Diviene un atto non appellabile, ma impugnabile, quindi solo in determinati casi di censura con impugnazione a critica vincolata (art. 829 c.pc.).

Il Tribunale per L’impresa per il Lavoro e lo Sport nasce dalla sinergia tra operatori della Giustizia-  la Confederazione Unitaria  Giudici Italiani Tributari e la Confederazione Giudici di Pace, e il mondo Accademico per occuparsi della  risoluzione delle controversie civili  commerciali e ha come funzione quella di offrire un insieme di servizi e strumenti, appunto gli strumenti di risoluzione alternativa della disputa, che permettono di risolvere le liti con tempi e modi più efficienti ed efficaci,  rispetto al tribunale ordinario. Il maggior costo  dell’accesso alla camera arbitrale, rispetto a quello del  tribunale ordinario  è, tipicamente, più che compensato dal risparmio in termini di costi espliciti e impliciti relativi alla durata del procedimento. Quando poi il valore della lite diventa importante, assume rilevanza anche il risparmio in termini di imposta di registro, poiché il lodo è soggetto alla registrazione solo in caso d’uso ossia esclusivamente per ottenere il già citato il decreto pretorile di esecutività , mentre, in caso contrario,  non è soggetto alla registrazione. Solo per completezza espositiva, si ricorda che per gli effetti dell’art. 8, lettera c), della prima parte della tariffa, allegato A, del D.P.R. n. 634/72, sono soggetti a registrazione, in termine fisso e mediante versamento d’imposta pari all’1, 50 per cento, gli atti dell’autorità giudiziaria ordinaria o speciale in materia di controversia civile, nell’ampia accezione ivi specificata, le sentenze che rendono efficaci nello Stato sentenze straniere e i provvedimenti che dichiarano esecutivi i lodi arbitrali, aventi ad oggetto beni e diritti diversi da quelli immobiliari o su autoveicoli (lettere a) e b)) ovvero portanti condanna al pagamento di somme, valori o altre prestazioni o alla consegna di beni di qualsiasi natura.

 

I servizi messi a disposizione del Tribunale per l’Impresa per il Lavoro e lo Sport vanno incontro alle diverse esigenze degli operatori del mercato mettendo a disposizione tecnici ed esperti delle specifiche materie del contendere. La presenza delle due anime, e cioè da un lato i mondo dei giudici e dall’altro quello del mondo accademico, garantisce, da una parte, la massima indipendenza dei collegi giudicanti e quindi del lodo e, dall’altra,  la massima competenza nelle varie materie, talché proprio sotto questo secondo aspetto, questa  camera arbitrale intende differenziarsi rispetto alle altre, ponendo cioè la massima attenzione alla estrazione e  alla formazione dei suoi giudici per fornire sempre il massimo grado di competenza, non solo generale della norma, e delle procedure, ma anche specifica per poter intervenire in modo estremamente competente anche nei giudizi irrituali e secondo equità.

Dal punto di vista della produzione della cultura, in un sistema sociale corrotto quale quello attuale, in cui l’etica dell’impresa e lo sviluppo della conoscenza attraversano un periodo di grande crisi, gli interlocutori che operano con differenti necessità e interessi all’interno del mercato – imprese, consumatori, associazioni di categoria, professionisti e studiosi – trovano nel Tribunale Arbitrale delle Imprese del Lavoro  e dello Sport un ente di riferimento, guidato da criteri istituzionali di neutralità, trasparenza e disponibilità, anche grazie ad un tavolo permanente di lavoro e di studio sviluppato insieme  alle  associazioni dei giudici e  a  un servizio continuo di assistenza e informazione che è a disposizione degli utenti. D’altronde, il Tribunale per l’Impresa per il Lavoro e lo Sport è impegnato a promuovere la cultura della giustizia alternativa attraverso le attività di studio e ricerca del proprio Comitato Scientifico promuovendo  attività formative e informative e  studiando insieme ai sindacati imprenditoriali soluzioni tecniche e di assistenza professionale, in termini, non solo di assistenza in materia contrattualistica, ma anche in termini  di elaborazione di modelli etici del Lavoro, che permettano di soddisfare a tutto tondo le esigenze del mondo delle imprese.

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